L’Associazione custodisce il Medagliere dell’Arma fregiato dei distintivi di tutte le decorazioni dell’Ordine Militare d’Italia ed al Valor Militare concesse alla Bandiera dell’Arma, nonché di tutte le ricompense individuali dell’Ordine Militare d’Italia e di tutte le Medaglie d’Oro al Valore Militare, al Valor Civile, al Valore dell’Arma dei Carabinieri, dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica e della Croce d’onore concesse ai Carabinieri fin dalla fondazione.
L’attuale Associazione Nazionale Carabinieri costituisce il punto di arrivo dell’evoluzione storica del movimento associativo fra congedati e pensionati dell’Arma, iniziato sul finire del secolo XIX. Era l’epoca nella quale si consolidava la coscienza associativa dopo che, con la conseguita unità nazionale, erano cadute le limitazioni poste dai governi dei vari Stati alle libertà dei cittadini, tra cui quelle di riunione e di associazione.
Prosperavano in particolare le Società di Mutuo Soccorso, centri embrionali dello sviluppo di tutti gli Istituti di previdenza sociale. Le Mutue provvedevano all’assistenza dei propri consociati, con mezzi da loro stessi raccolti, per garantire un indennizzo al verificarsi di determinati eventi – malattie o morte – causa di danno economico per essi e per le loro famiglie.
Fondamentali per l’ulteriore crescita numerica delle Mutue furono la legge 15 aprile 1885, che diede loro il crisma della legalità, e la successiva legge 11 aprile 1886 che accordò loro il riconoscimento giuridico. Si vennero così a costituire delle vere e proprie forme previdenziali in favore di quei cittadini che, non più in grado di lavorare per età o per infermità ANC- Frontespizio dello Statuto, mancavano dei mezzi necessari al proprio sostentamento.
In questo contesto, lo spirito d’Arma, profondamente sentito dai carabinieri in congedo di ogni grado, fu d’incentivo al proposito di dare vita ad un movimento associativo, realizzato il 1° marzo 1886 con la costituzione, in Milano, della “Associazione di mutuo soccorso fra congedati e pensionati dei Carabinieri”.
Tutte le iniziative avvertirono successivamente l’esigenza di un’unica guida e decisero nel 1926 di raggrupparsi in un’ Associazione a carattere nazionale che ebbe nel corso della sua storia diverse denominazioni. L’associazione milanese consolidò rapidamente le proprie strutture ed il numero dei soci aumentò sensibilmente.
Vi erano ammessi, come specificava l’art. 1 dello Statuto, sia i militari dell’Arma congedati a domanda sia i pensionati.
Ebbe quindi applicazione, fin dall’origine, il principio che potevano partecipare all’Associazione tutti coloro che avevano fatto parte dell’Arma e che non svolgevano più servizio attivo. Lo sviluppo delle Associazioni fra carabinieri congedati si estese successivamente, dal 1905 in poi, a tutte le altre regioni della penisola.
Quella di Roma, fondata nel febbraio 1905 con il nome di “Fratellanza fra Carabinieri in congedo di Roma e provincia” assunse nel 1911 la denominazione di “Società di Mutuo Soccorso fra carabinieri pensionati e congedati di Roma e provincia”. Il sodalizio, ampliatosi rapidamente per l’elevato numero di soci aderenti, si trasformò nel 1921 in Associazione d’Arma.
Nei giorni 21 e 22 novembre 1925, quando il movimento associativo fra i congedati dell’Arma era in pieno sviluppo, fu tenuto a Roma, nel ridotto del teatro Argentina, il primo convegno nazionale dei sottufficiali e dei carabinieri aderenti alle Società di Mutuo Soccorso.
In quell’occasione, i 10.000 associati auspicarono che i rispettivi sodalizi, qualunque fosse la loro denominazione, si unificassero, previa trasformazione in Associazione d’Arma, in una Federazione Nazionale, nella quale gli scopi mutualistici dovevano essere posposti a quelli di alimentare i vincoli tra gli appartenenti all’Arma anche nella posizione di congedo e di continuare a servire sempre e fedelmente la Patria. L’auspicio espresso nel convegno di Roma si realizzò il 25 giugno 1926, data che segna la costituzione della “Federazione Nazionale del Carabiniere Reale”.
Il Consiglio Direttivo ne affidò, lo stesso giorno, la Presidenza al generale di Divisione in congedo Luigi Morcaldi, che era stato Comandante in seconda dell’Arma.
Nel corso di quell’anno la Federazione ottenne l’adesione delle 211 Associazioni di Mutuo Soccorso esistenti, comunque funzionanti e denominate, con 17.658 iscritti tra sottufficiali e carabinieri in congedo.
Gli ufficiali dell’Arma appartenevano invece alle varie Associazioni di ufficiali in congedo di tutte le Forze Armate, che si erano costituite in numerose città d’Italia. Si ebbero, quindi, da una parte Associazioni di ufficiali in congedo e dall’altra quelle di sottufficiali e carabinieri. Tale situazione era conseguente al fatto che tutti i sodalizi eranTricolore con insegneo nati da iniziative periferiche autonome. Al fine di superare questa divisione nel movimento associativo, gli ufficiali dell’Arma costituiranno dapprima, come vedremo, una propria Associazione, e realizzeranno poi la fusione con la Federazione del Carabiniere Reale. Il generale Morcaldi dette alla Federazione una struttura organizzativa altamente efficiente e svolse un intenso lavoro di affinamento associativo, inteso ad amalgamare e a fondere le varie Associazioni locali.
Il riordinamento della Federazione poté considerarsi completato nel 1928 quando, con Regio Decreto 16 febbraio 1928, n. 461, essa venne eretta in Ente Morale, dotato di proprio Statuto. Presidente onorario fu nominato il generale di Corpo d’Armata Enrico Asinari di San Marzano, allora Comandante Generale dell’Arma.
Nello stesso Statuto fu sancito il diritto di conservare il Medagliere, sintesi e testimonianza dei riconoscimenti acquisiti dall’Arma per la sua Bandiera ed i suoi componenti. I carabinieri in congedo entrarono così nella vita associativa nazionale con riflessi di rilievo ai fini organizzativi, ma soprattutto sul piano della continuità della coesione, in intima comunione di spirito e di ideali, con i commilitoni in servizio.
Il 7 ottobre 1928 un “referendum” tra gli associati approvò la costituzione di una “Cassa di previdenza fra gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri in pensione e in congedo” con lo scopo di corrispondere sovvenzioni agli eredi dei soci deceduti o ai soci stessi, per grave malattia o altra personale contingenza.
La Cassa, grazie alle generose offerte di ufficiali e militari dell’Arma e ai contributi della stessa Federazione, iniziò a funzionare subito e ne fu realizzato anche lo Statuto, che venne pubblicato il 12 marzo 1929. Il nuovo organismo consentì alle Associazioni aderenti alla Federazione di unificarsi in un medesimo vincolo di mutualità, rinunciando ai loro particolari compiti assistenziali.
Il 10 novembre 1929 fu istituita l’Associazione Nazionale Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri Reali in congedo. Il relativo Statuto stabiliva la costituzione di un Consiglio Centrale con sede in Roma e di Sezioni “istituite in ogni capoluogo ove sia riconosciuto possibile assegnare una conveniente giurisdizione regionale in rapporto al numero dei Soci. Le Sezioni prendevano il nome delle Regioni rappresentavano e ciascuna aveva un pro io consiglio direttivo”.
Le Sezioni dell’Associazione dovevano essere iscritte alla Federazione Nazionale del Carabiniere Reale. Sul finire del 1929, la Federazione annoverava 172 Associazioni aderenti con circa 15 mila iscritti; nel 1930 i soci erano oltre 16 mila, le Associazioni 198.
Il 1° gennaio 1932, al generale Morcaldi successe nella presidenza della Federazione il generale Brigata della riserva Balduino Caprini. Questi provvide, tra l’altro, alla stesura di un nuovo Statuto che servisse ad integrare quello esistente e che, approvato con R.D. 25 agosto 32 n. 1214, definì organicamente i compiti e le funzioni della Federazione.
“E’ costituita dal 25 giugno 1926 – si legge all’art. 1 dello Statuto – tra gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri in congedo, una Federazione Nazionale che ha sede in Roma. Si titola “Federazione Nazionale del Carabiniere Reale in congedo”, e fonde in unica idealità tutte le Associazioni dei Carabinieri in congedo in Italia ed eventualmente all’estero”.
Della Federazione faceva parte tutto il personale dell’Arma in congedo, dagli ufficiali, ai sottufficiali, agli appuntati e ai carabinieri. E ciò veImmagine storica dell’Associazione del Carabiniere in congedonne espressamente sancito, come principio, dall’art. 3 dello Statuto: “Possono essere soci tutti coloro che hanno prestato servizio nell’Arma con fedeltà ed onore e senza distinzione di grado, età e condizione”.
Si ebbe quindi, quale logica conseguenza, lo scioglimento dell’ Associazione Nazionale Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri Reali in congedo, i cui aderenti, in blocco, divennero soci della Federazione.
Nel giugno 1932, l’organico della Federazione comprendeva 250 associazioni federate e 25.000 soci iscritti.
Il 22 ottobre 1933 oltre 10 mila carabinieri in congedo, provenienti da ogni regione, si radunarono a Torino per la solenne inaugurazione del Monumento al Carabiniere. La presenza dei carabinieri in congedo allo storico appuntamento era particolarmente significativa, in quanto tutte le Associazioni dell’epoca avevano generosamente contribuito a promuove i consensi e le adesioni necessari alla realizzazione dell’opera.
Il 23 dicembre 1934 venne nominato Commissario straordinario della Federazione Nazionale, in sostituzione del generale Capri, dimissionario, il generale di divisione a disposizione del Comando Generale dell’Arma, Amedeo Ademollo.
Questi, al fine di promuovere l’ulteriore crescita della Federazione in conseguenza del ruolo sempre più importante che le Associazioni d’Arma andavano assumendo, operò una nuova riorganizzazione del Sodalizio che, muovendo dal rinnovamento dello Statuto, si estese a tutto il complesso organico. Il nuovo Statuto, approvato con R.D. 9 aprile 1935, n. 815, sostituì la denominazione di Federazione con quella di “Associazione Nazionale dei Carabinieri in congedo” Speciali norme statutarie disciplinarono l’opera assistenziale, morale e finanziaria dell’Associazione verso gli iscritti ed il funzionamento della “Cassa di Previdenza” che veniva mantenuta con le norme già in vigore.
L’Associazione si articolò in un organo centrale (presidenza) e in organi periferici (sezioni e gruppi).
La partecipazione al secondo conflitto mondiale di tanti carabinieri richiamati, rinsaldò i già stretti legami tra l’Arma in servizio e in congedo e questo pose le premesse per la trasformazione del sodalizio in un’Associazione che rappresentasse ambedue le componenti.
Storia dell’Associazione Nazionale Carabinieri
L’attuale Associazione Nazionale Carabinieri costituisce il punto di arrivo dell’evoluzione storica del movimento associativo fra congedati e pensionati dell’Arma, iniziato sul finire del secolo XIX. Era l’epoca nella quale si consolidava la coscienza associativa dopo che, con la conseguita unità nazionale, erano cadute le limitazioni poste dai governi dei vari Stati alle libertà dei cittadini, tra cui quelle di riunione e di associazione.
Prosperavano in particolare le Società di Mutuo Soccorso, centri embrionali dello sviluppo di tutti gli Istituti di previdenza sociale. Le Mutue provvedevano all’assistenza dei propri consociati, con mezzi da loro stessi raccolti, per garantire un indennizzo al verificarsi di determinati eventi – malattie o morte – causa di danno economico per essi e per le loro famiglie.
Fondamentali per l’ulteriore crescita numerica delle Mutue furono la legge 15 aprile 1885, che diede loro il crisma della legalità, e la successiva legge 11 aprile 1886 che accordò loro il riconoscimento giuridico. Si vennero così a costituire delle vere e proprie forme previdenziali in favore di quei cittadini che, non più in grado di lavorare per età o per infermi ANC- Frontespizio dello Statuto tà, mancavano dei mezzi necessari al proprio sostentamento.
In questo contesto, lo spirito d’Arma, profondamente sentito dai carabinieri in congedo di ogni grado, fu d’incentivo al proposito di dare vita ad un movimento associativo, realizzato il 1° marzo 1886 con la costituzione, in Milano, della “Associazione di mutuo soccorso fra congedati e pensionati dei Carabinieri”.
Tutte le iniziative avvertirono successivamente l’esigenza di un’unica guida e decisero nel 1926 di raggrupparsi in un’ Associazione a carattere nazionale che ebbe nel corso della sua storia diverse denominazioni. L’associazione milanese consolidò rapidamente le proprie strutture ed il numero dei soci aumentò sensibilmente.
Vi erano ammessi, come specificava l’art. 1 dello Statuto, sia i militari dell’Arma congedati a domanda sia i pensionati.
Ebbe quindi applicazione, fin dall’origine, il principio che potevano partecipare all’Associazione tutti coloro che avevano fatto parte dell’Arma e che non svolgevano più servizio attivo. Lo sviluppo delle Associazioni fra carabinieri congedati si estese successivamente, dal 1905 in poi, a tutte le altre regioni della penisola.
Quella di Roma, fondata nel febbraio 1905 con il nome di “Fratellanza fra Carabinieri in congedo di Roma e provincia” assunse nel 1911 la denominazione di “Società di Mutuo Soccorso fra carabinieri pensionati e congedati di Roma e provincia”. Il sodalizio, ampliatosi rapidamente per l’elevato numero di soci aderenti, si trasformò nel 1921 in Associazione d’Arma.
Nei giorni 21 e 22 novembre 1925, quando il movimento associativo fra i congedati dell’Arma era in pieno sviluppo, fu tenuto a Roma, nel ridotto del teatro Argentina, il primo convegno nazionale dei sottufficiali e dei carabinieri aderenti alle Società di Mutuo Soccorso.
In quell’occasione, i 10.000 associati auspicarono che i rispettivi sodalizi, qualunque fosse la loro denominazione, si unificassero, previa trasformazione in Associazione d’Arma, in una Federazione Nazionale, nella quale gli scopi mutualistici dovevano essere posposti a quelli di alimentare i vincoli tra gli appartenenti all’Arma anche nella posizione di congedo e di continuare a servire sempre e fedelmente la Patria. L’auspicio espresso nel convegno di Roma si realizzò il 25 giugno 1926, data che segna la costituzione della “Federazione Nazionale del Carabiniere Reale”.
Il Consiglio Direttivo ne affidò, lo stesso giorno, la Presidenza al generale di Divisione in congedo Luigi Morcaldi, che era stato Comandante in seconda dell’Arma.
Nel corso di quell’anno la Federazione ottenne l’adesione delle 211 Associazioni di Mutuo Soccorso esistenti, comunque funzionanti e denominate, con 17.658 iscritti tra sottufficiali e carabinieri in congedo.
Gli ufficiali dell’Arma appartenevano invece alle varie Associazioni di ufficiali in congedo di tutte le Forze Armate, che si erano costituite in numerose città d’Italia. Si ebbero, quindi, da una parte Associazioni di ufficiali in congedo e dall’altra quelle di sottufficiali e carabinieri. Tale situazione era conseguente al fatto che tutti i sodalizi erano Tricolore con insegneo nati da iniziative periferiche autonome. Al fine di superare questa divisione nel movimento associativo, gli ufficiali dell’Arma costituiranno dapprima, come vedremo, una propria Associazione, e realizzeranno poi la fusione con la Federazione del Carabiniere Reale. Il generale Morcaldi dette alla Federazione una struttura organizzativa altamente efficiente e svolse un intenso lavoro di affinamento associativo, inteso ad amalgamare e a fondere le varie Associazioni locali.
Il riordinamento della Federazione poté considerarsi completato nel 1928 quando, con Regio Decreto 16 febbraio 1928, n. 461, essa venne eretta in Ente Morale, dotato di proprio Statuto. Presidente onorario fu nominato il generale di Corpo d’Armata Enrico Asinari di San Marzano, allora Comandante Generale dell’Arma.
Nello stesso Statuto fu sancito il diritto di conservare il Medagliere, sintesi e testimonianza dei riconoscimenti acquisiti dall’Arma per la sua Bandiera ed i suoi componenti. I carabinieri in congedo entrarono così nella vita associativa nazionale con riflessi di rilievo ai fini organizzativi, ma soprattutto sul piano della continuità della coesione, in intima comunione di spirito e di ideali, con i commilitoni in servizio.
Il 7 ottobre 1928 un “referendum” tra gli associati approvò la costituzione di una “Cassa di previdenza fra gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri in pensione e in congedo” con lo scopo di corrispondere sovvenzioni agli eredi dei soci deceduti o ai soci stessi, per grave malattia o altra personale contingenza.
La Cassa, grazie alle generose offerte di ufficiali e militari dell’Arma e ai contributi della stessa Federazione, iniziò a funzionare subito e ne fu realizzato anche lo Statuto, che venne pubblicato il 12 marzo 1929. Il nuovo organismo consentì alle Associazioni aderenti alla Federazione di unificarsi in un medesimo vincolo di mutualità, rinunciando ai loro particolari compiti assistenziali.
Il 10 novembre 1929 fu istituita l’Associazione Nazionale Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri Reali in congedo. Il relativo Statuto stabiliva la costituzione di un Consiglio Centrale con sede in Roma e di Sezioni “istituite in ogni capoluogo ove sia riconosciuto possibile assegnare una conveniente giurisdizione regionale in rapporto al numero dei Soci. Le Sezioni prendevano il nome delle Regioni rappresentavano e ciascuna aveva un pro io consiglio direttivo”.
Le Sezioni dell’Associazione dovevano essere iscritte alla Federazione Nazionale del Carabiniere Reale. Sul finire del 1929, la Federazione annoverava 172 Associazioni aderenti con circa 15 mila iscritti; nel 1930 i soci erano oltre 16 mila, le Associazioni 198.
Il 1° gennaio 1932, al generale Morcaldi successe nella presidenza della Federazione il generale Brigata della riserva Balduino Caprini. Questi provvide, tra l’altro, alla stesura di un nuovo Statuto che servisse ad integrare quello esistente e che, approvato con R.D. 25 agosto 32 n. 1214, definì organicamente i compiti e le funzioni della Federazione.
“E’ costituita dal 25 giugno 1926 – si legge all’art. 1 dello Statuto – tra gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri in congedo, una Federazione Nazionale che ha sede in Roma. Si titola “Federazione Nazionale del Carabiniere Reale in congedo”, e fonde in unica idealità tutte le Associazioni dei Carabinieri in congedo in Italia ed eventualmente all’estero”.
Della Federazione faceva parte tutto il personale dell’Arma in congedo, dagli ufficiali, ai sottufficiali, agli appuntati e ai carabinieri. E ciò veImmagine storica dell’Associazione del Carabiniere in congedonne espressamente sancito, come principio, dall’art. 3 dello Statuto: “Possono essere soci tutti coloro che hanno prestato servizio nell’Arma con fedeltà ed onore e senza distinzione di grado, età e condizione”.
Si ebbe quindi, quale logica conseguenza, lo scioglimento dell’ Associazione Nazionale Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri Reali in congedo, i cui aderenti, in blocco, divennero soci della Federazione.
Nel giugno 1932, l’organico della Federazione comprendeva 250 associazioni federate e 25.000 soci iscritti.
Il 22 ottobre 1933 oltre 10 mila carabinieri in congedo, provenienti da ogni regione, si radunarono a Torino per la solenne inaugurazione del Monumento al Carabiniere. La presenza dei carabinieri in congedo allo storico appuntamento era particolarmente significativa, in quanto tutte le Associazioni dell’epoca avevano generosamente contribuito a promuove i consensi e le adesioni necessari alla realizzazione dell’opera.
Il 23 dicembre 1934 venne nominato Commissario straordinario della Federazione Nazionale, in sostituzione del generale Capri, dimissionario, il generale di divisione a disposizione del Comando Generale dell’Arma, Amedeo Ademollo.
Questi, al fine di promuovere l’ulteriore crescita della Federazione in conseguenza del ruolo sempre più importante che le Associazioni d’Arma andavano assumendo, operò una nuova riorganizzazione del Sodalizio che, muovendo dal rinnovamento dello Statuto, si estese a tutto il complesso organico. Il nuovo Statuto, approvato con R.D. 9 aprile 1935, n. 815, sostituì la denominazione di Federazione con quella di “Associazione Nazionale dei Carabinieri in congedo” Speciali norme statutarie disciplinarono l’opera assistenziale, morale e finanziaria dell’Associazione verso gli iscritti ed il funzionamento della “Cassa di Previdenza” che veniva mantenuta con le norme già in vigore.
L’Associazione si articolò in un organo centrale (presidenza) e in organi periferici (sezioni e gruppi).
La partecipazione al secondo conflitto mondiale di tanti carabinieri richiamati, rinsaldò i già stretti legami tra l’Arma in servizio e in congedo e questo pose le premesse per la trasformazione del sodalizio in un’Associazione che rappresentasse ambedue le componenti.
Presentazione dell’Associazione Nazionale Carabinieri La genesi dell’Associazione affonda le proprie radici nelle esperienze di mutuo soccorso della società civile dell’800. A Milano, il 1° marzo 1886, si costituisce la Società di Mutuo Soccorso tra congedati e pensionati dai Carabinieri Reali, la prima vera associazione tra militari non più in servizio. Più di 129 anni fa dunque ha origine la storia dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri. Dopo la nascita del sodalizio milanese si assiste a un fiorire di associazioni di carabinieri anche in altre città italiane. Terminata la grande guerra si avverte un forte bisogno di unificazione e infatti il 25 giugno 1926 sorge la Federazione Nazionale del Carabiniere Reale. Fin da subito al nuovo ente viene affidato il Medagliere dell’Arma, per testimoniare la continuità tra l’Arma in servizio, i suoi decorati al valore e l’Arma non più in servizio. Intorno alla metà degli anni ’50 la struttura interna dell’Associazione diviene ancora più efficacie ed è a questo punto che le viene accordato il nome di Associazione Nazionale Carabinieri che ancora oggi conserva. Attualmente l’Associazione, che aggrega carabinieri in servizio, in congedo, i loro familiari e tutti i simpatizzanti in quella che è sentita la grande famiglia dell’Arma, conta più di 200.000 iscritti; oltre 140.000 soci effettivi, tra militari in servizio e non più in servizio; circa 1.700 sezioni sul territorio nazionale e 166 organizzazioni di volontariato. A testimonianza della grande forza di comunione che riesce ad accendere va ricordato che l’Associazione è presente in 23 stati di ben 4 continenti.
L’Associazione, che è apolitica e non persegue fini di lucro, si propone i seguenti scopi:
promuovere e cementare i vincoli di cameratismo e di solidarietà fra i militari in congedo e quelli in servizio dell’Arma, e fra essi e gli appartenenti alle Forze Armate ed alle rispettive associazioni tenere vivo fra i soci il sentimento di devozione alla Patria, lo spirito di corpo, il culto delle gloriose tradizioni dell’Arma e la memoria dei suoi eroici caduti realizzare, nei limiti delle possibilità, l’assistenza morale, culturale, ricreativa ed economica a favore degli iscritti e delle loro famiglie promuovere e partecipare – anche costituendo appositi nuclei – ad attività di Volontariato per il conseguimento di finalità assistenziali, sociali e culturali
Nella sua formulazione originaria lo statuto prevedeva, tra l’altro, di: erogare sussidi ai soci ammalati interessarsi al fine di procurare lavoro o impiego ai soci disoccupati onorare i soci deceduti prendere parte a tutte le cerimonie o feste che esaltano la Fede e la grandezza della Patria e delle Istituzioni tenere il massimo contatto e la massima cordialità con le altre associazioni mantenersi estranei da attività politiche
L’ANC – Associazione Nazionale Carabinieri è un ente regolato da: Statuto approvato con D.P.R. 1286 del 25 luglio 1956, con le varianti deliberate dal Consiglio Nazionale nelle sedute del 27 aprile 2006 e 2 ottobre 2007. F.n. 8/4303 in data 30 gennaio 2007 del MINISTERO DELLA DIFESA – Ufficio Legislativo. Iscrizione nel Registro delle persone giuridiche, ai sensi dell’art. 2 del DPR 10 febbraio 2000 n. 361 con protocollo n. 33476/1471/2007 Area V URPG in data 22 maggio 2007 della Prefettura di Roma – Ufficio Territoriale del Governo.
Per ulteriori approfondimenti sulla storia dell’Associazione clicca qui.
quali soci effettivi, i militari (anche Ufficiali di altre Armi, Corpi e servizi) che prestano o hanno prestato servizio nell’Arma dei Carabinieri
quali soci familiari, gli appartenenti al “nucleo familiare”, gli ascendenti, discendenti (figli e nipoti di nonno), fratelli, sorelle e rispettivi coniugi di coloro che abbiano prestato o prestino servizio nell’Arma. Nota: presso le Sezioni estere i Soci discendenti sono equiparati a tutti gli effetti ai Soci effettivi, pertanto hanno diritto di elettorato attivo e passivo.
quali soci simpatizzanti, coloro che condividono i valori, lo spirito e le finalità statutarie dell’ANC.
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